Bollette seconda casa non residente: guida completa 2025

Le 3 cose da sapere
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In bolletta si avranno quote fisse ed oneri di sistema più alti anche con consumi ridotti.
1In bolletta si avranno quote fisse ed oneri di sistema più alti anche con consumi ridotti.
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La bolletta del gas dipende dalla zona climatica, mentre la luce include costi fissi e variabili.
2La bolletta del gas dipende dalla zona climatica, mentre la luce include costi fissi e variabili.
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È possibile ottimizzare i costi scegliendo offerte dedicate e dispositivi efficienti.
3È possibile ottimizzare i costi scegliendo offerte dedicate e dispositivi efficienti.
Gestire le utenze di una seconda casa senza essere residenti comporta costi differenti rispetto alla prima abitazione. Le bollette elettriche includono una quota fissa più alta, oneri di sistema e spese per la gestione del contatore, che rendono la bolletta più consistente anche con consumi ridotti. Per il gas, invece, il costo dipende principalmente dalla zona climatica dell’immobile e dai consumi effettivi. A questi si aggiungono ulteriori tasse e contributi, come IMU, TARI e possibili addebiti errati del canone Rai. Comprendere queste differenze e conoscere le strategie per ottimizzare i costi, scegliere le offerte dedicate e gestire correttamente le forniture è fondamentale per chi possiede una seconda casa non residente.
Sommario
Utenza domestica non residente: differenze e costi in bolletta
Quando un’abitazione non è quella in cui si ha la residenza anagrafica, la relativa fornitura di luce e gas viene classificata come utenza non residente. Questa distinzione non è solo burocratica: incide in modo concreto sui costi in bolletta, perché alcune voci come la gestione del contatore, la quota fissa e gli oneri di sistema, pesano di più rispetto alle utenze della prima casa.
Dal 2017, con la riforma delle tariffe introdotta da ARERA, il sistema è stato semplificato: le vecchie categorie D1, D2 e D3, che differenziavano gli utenti in base a consumi e composizione del nucleo familiare, sono state eliminate. Oggi tutte le utenze domestiche, sia residenti che non residenti, rientrano nella cosiddetta tariffa TD (tariffa domestica).
La tariffa TD prevede una struttura più chiara, suddivisa in tre componenti principali:
- una quota fissa, pari a 123,66€ che copre i costi di trasporto, distribuzione e gestione del contatore, indipendenti dai consumi, ossia che viene addebitata anche in caso di consumi minimi o di assenza di utilizzo prolungato dell’abitazione;
- una componente variabile, calcolata in base all’energia effettivamente utilizzata;
- imposte e contributi, dovuti sin dai primi kWh consumati.
Per le seconde case, il cambiamento ha comportato un aumento dei costi fissi, che incidono sulla spesa complessiva anche in presenza di consumi minimi. In altre parole, chi utilizza l’immobile solo per brevi periodi si ritrova comunque a pagare una cifra annua di base più alta rispetto a un’abitazione principale.
Capire come funziona questa distinzione è essenziale per gestire in modo consapevole le proprie forniture, evitare errori di tariffa e individuare strategie di risparmio adatte a chi possiede una seconda casa.
Luce nella seconda casa non residente: voci di costo e consumi
La bolletta della luce di una seconda casa non residente presenta alcune caratteristiche specifiche che la rendono diversa da quella della prima abitazione. Anche con consumi molto bassi, è possibile trovarsi a pagare una cifra più alta del previsto. Questo avviene perché, oltre alla materia prima energia, cioè il costo effettivo dei kWh consumati, ci sono altre componenti che incidono sul totale: i costi di trasporto e distribuzione, necessari a mantenere attiva la rete elettrica e a gestire il contatore, e gli oneri di sistema, contributi obbligatori che finanziano il funzionamento generale del sistema elettrico.
Per le utenze non residenti si aggiunge inoltre una quota fissa annuale, che mediamente si aggira intorno ai 135€ all’anno, indipendentemente dai consumi effettivi. Questo significa che anche se la seconda casa viene utilizzata solo saltuariamente, i costi fissi continuano a pesare, rendendo la bolletta complessiva più alta rispetto a quella di una residenza principale. La combinazione tra quota fissa, oneri di sistema e voci variabili spiega perché la bolletta possa sembrare sproporzionata rispetto all’effettivo consumo.
Anche nel mercato libero, ogni fornitore può proporre offerte diverse per la componente energia e per alcune spese aggiuntive, quindi il costo finale può variare in base all’operatore scelto.
Per avere un’idea concreta, immaginiamo una seconda casa con consumi annui di circa 800 kWh. La materia prima energia potrebbe costare circa 60€, mentre trasporto, distribuzione e gestione del contatore inciderebbero per 30€. Gli oneri di sistema sommati alla quota fissa non residente arriverebbero a circa 180€. In totale, la bolletta annua si aggirerebbe quindi intorno ai 270€, anche se l’abitazione viene utilizzata solo per brevi periodi.
Gas nella seconda casa non residente: calcolo e costi
A differenza dell’energia elettrica, la bolletta del gas non cambia in base alla residenza dell’intestatario. Che si tratti di una prima o di una seconda casa, il costo del gas dipende principalmente dalla zona climatica in cui si trova l’immobile e dai consumi effettivi. L’Italia è infatti suddivisa in diverse aree, dalla zona A alla zona F, e ciascuna ha un numero medio di giorni di riscaldamento consentiti e una diversa intensità di utilizzo. In pratica, più la zona è fredda, più a lungo si può accendere il riscaldamento e quindi più alto sarà il consumo annuo medio.
La bolletta del gas è composta da varie voci. La più importante è la materia prima gas naturale, che rappresenta il costo effettivo dei metri cubi (Smc) consumati. A questa si aggiungono le spese di trasporto e gestione del contatore, cioè i costi per portare il gas fino all’abitazione e mantenere attivo il servizio, e le accise, imposte statali che variano proprio in base alla zona climatica e alla quantità di gas consumato durante l’anno.
Per calcolare l’importo complessivo, ogni fornitore applica un prezzo unitario al metro cubo (€/Smc) per la parte di consumo e aggiunge le quote fisse legate ai servizi di rete e alle tasse. Il totale finale è quindi il risultato di più componenti, alcune variabili, come i consumi o la tariffa scelta, e altre fisse, che restano da pagare anche se l’immobile viene utilizzato poco.
Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo una seconda casa situata in zona climatica D, con un consumo annuo di circa 300 Smc. La spesa per la materia prima gas potrebbe aggirarsi intorno ai 180€, a cui si sommano circa 50€ per trasporto e gestione del contatore e 60€ tra accise e IVA. In totale, la bolletta annua ammonterebbe a circa 290€, anche in questo caso con un utilizzo limitato.
Tasse e oneri aggiuntivi per la seconda casa non residente
Oltre alle spese per luce e gas, chi possiede una seconda casa non residente deve considerare anche una serie di altri oneri e imposte che incidono sul costo complessivo di gestione dell’immobile. Si tratta di tasse e contributi che non dipendono dai consumi energetici ma dalla proprietà e disponibilità dell’abitazione, e che spesso possono sorprendere chi utilizza la casa solo per brevi periodi.
Canone Rai: quando è dovuto e come evitare doppi addebiti
Il canone Rai viene addebitato automaticamente nella bolletta della luce solo per la prima casa in cui l’intestatario ha la residenza anagrafica. Le utenze non residenti, invece, non sono tenute al pagamento del canone, poiché il contributo è dovuto una sola volta per nucleo familiare.
Può tuttavia capitare che il canone venga erroneamente addebitato anche sulla seconda casa: in questo caso è possibile presentare una richiesta di rimborso o di esonero all’Agenzia delle Entrate. Controllare periodicamente la bolletta è quindi il modo migliore per evitare doppi pagamenti.
TARI: la tassa sui rifiuti per le seconde case
La TARI (Tassa sui Rifiuti) è dovuta anche per le seconde case, perché si applica sulla disponibilità dell’immobile, non sull’effettiva produzione di rifiuti. Ogni Comune stabilisce importi e criteri di calcolo in base a superficie catastale e numero di occupanti, ma per le abitazioni usate saltuariamente sono spesso previste riduzioni o agevolazioni, ad esempio per case vacanza o immobili non locati.
L’importo medio della TARI in una seconda casa è più contenuto rispetto alla prima abitazione, ma rappresenta comunque una voce fissa di spesa da considerare ogni anno.
IMU: l’imposta più rilevante per la seconda casa
Tra le imposte più significative c’è l’IMU (Imposta Municipale Unica), dovuta su tutte le abitazioni diverse dalla prima casa. L’aliquota viene stabilita da ciascun Comune e in genere varia tra il 7,6 e il 10,6 per mille del valore catastale rivalutato dell’immobile.
L’IMU non è dovuta solo in alcuni casi particolari, come per immobili inagibili, case date in comodato d’uso gratuito a figli o genitori, o abitazioni ereditate con specifiche condizioni. È una tassa che incide in modo consistente sul bilancio annuale dei proprietari di seconde case.
Attivazione, subentro e voltura delle utenze non residenti
Gestire le utenze di una seconda casa non residente richiede attenzione alle procedure di attivazione, perché non sempre è necessario partire da zero con un nuovo contatore. È importante capire quando serve un allaccio, quando è sufficiente una voltura e quando, nel caso del gas, si parla di subentro, tenendo conto dei tempi, dei costi e delle eventuali maggiorazioni per utenza non residente.
Se il contatore esiste già e la fornitura è attiva, la soluzione più semplice è la voltura, cioè il cambio di intestatario del contratto senza interrompere la fornitura. Se invece l’impianto non è mai stato attivato o il contatore non esiste, serve un allaccio nuovo, che richiede sopralluoghi, eventuali lavori sulla rete e costi più elevati. Per il gas, il subentro si applica quando il contatore esiste ma la fornitura è stata chiusa dal precedente intestatario.
Documenti richiesti, tempi e costi stimati
Per richiedere voltura o subentro servono principalmente: il nome e codice fiscale del nuovo intestatario, il codice POD per la luce o PDR per il gas, la lettura attuale del contatore e, se richiesto, una dichiarazione relativa alla residenza. I tempi medi di attivazione variano: circa 5‑7 giorni lavorativi per la luce e 10‑12 giorni per il gas, a condizione che la documentazione sia completa.
I costi stimati sono generalmente:
- voltura: 23‑30€ + eventuali spese del venditore o deposito cauzionale;
- subentro: simile alla voltura, ma può includere costi aggiuntivi se l’impianto è stato chiuso da tempo;
- allaccio nuovo: variabile in base ai lavori necessari, con tempi da 10 a 60 giorni.
| Operazione | Tempi medi | Costi indicativi |
|---|---|---|
| Voltura | 5‑7 giorni luce / 10‑12 giorni gas | 23‑30€ + eventuali spese venditore |
| Subentro | 5‑7 giorni luce / 10‑12 giorni gas | simile alla voltura, possibili aggiuntivi |
| Allaccio nuovo | 10‑60 giorni | variabile secondo lavori richiesti |
Differenze e criticità per la seconda casa non residente
Per una casa non residente le procedure sono le stesse, ma occorre prestare attenzione ad alcune differenze: il contratto deve essere correttamente intestato come non residente, per evitare che vengano applicate tariffe o quote fisse da residente. Se l’immobile rimane inattivo per lunghi periodi, l’impianto potrebbe richiedere una riattivazione o verifica tecnica prima dell’uso. È inoltre consigliabile verificare che la potenza impegnata sia adeguata alle reali esigenze, così da non sostenere costi fissi eccessivi.
In sintesi, conoscere le differenze tra voltura, subentro e allaccio, i documenti necessari, i tempi di attivazione e i costi stimati è fondamentale per gestire efficacemente le utenze della seconda casa non residente, evitando sorprese e ottimizzando la spesa complessiva.
Approfondimenti utili
Leggi anche altri approfondimenti sul tema.
Se la seconda casa viene affittata a terze persone, è importante specificare nel contratto chi si farà carico delle bollette e come saranno intestate le utenze. In caso di locazioni brevi, conviene mantenere le forniture a nome del proprietario, mentre per affitti più lunghi è possibile volturarle all’inquilino.
Come risparmiare sulle bollette della seconda casa non residente
Gestire una seconda casa non residente può comportare costi fissi e variabili importanti, soprattutto quando l’immobile viene utilizzato solo per brevi periodi. Tuttavia, con alcune semplici strategie è possibile ottimizzare i consumi, ridurre gli sprechi e approfittare di offerte dedicate.
Le principali azioni da considerare includono:
- scegliere il fornitore giusto: molte compagnie offrono tariffe dedicate ai non residenti e alle seconde case, con prezzi più competitivi sulla componente energia e condizioni vantaggiose per consumi ridotti. Confrontare le offerte può generare risparmi immediati;
- spegnere o sospendere i contatori durante i periodi in cui l’abitazione non è utilizzata, riducendo le spese di energia e oneri fissi. È importante valutare i costi di riattivazione, così da capire se la sospensione conviene realmente;
- utilizzare dispositivi efficienti e domotica, come termostati intelligenti, prese controllabili da remoto e sistemi di monitoraggio dei consumi. Questi strumenti permettono di ottimizzare l’uso dell’energia elettrica e del gas, spegnendo automaticamente gli impianti quando non servono;
- controllare la bolletta, verificando che l’utenza sia classificata come non residente e che le voci tariffarie siano corrette. Anche piccoli errori possono incidere sul totale annuale.
Per stimare il risparmio potenziale, abbiamo considerato una seconda casa con consumi ridotti e applicato riduzioni medie ottenibili combinando le strategie sopra descritte. Si tratta di valori indicativi, basati su risparmi medi stimati dalle offerte dedicate, sospensione dei contatori, efficienza dei dispositivi e correttezza in bolletta.
| Strategia | Risparmio annuo stimato |
|---|---|
| Scelta di un’offerta dedicata | 40‑60€ |
| Sospensione contatori nei periodi inutilizzati | 50‑70€ |
| Utilizzo di dispositivi smart e domotica | 30‑50€ |
| Controllo correttezza bolletta | 20‑30€ |
Combinando tutte queste strategie, il risparmio complessivo annuo può arrivare a 150‑200€, contribuendo a ridurre l’impatto dei costi fissi e ottimizzando la gestione delle utenze nella seconda casa.
Se la seconda casa rimane inutilizzata per periodi prolungati, può essere conveniente richiedere la sospensione temporanea della fornitura, riducendo così le spese fisse e riattivandola solo quando necessario. È una soluzione utile soprattutto per le utenze stagionali.
Domande frequenti su bollette seconda casa non residente
Posso intestare le utenze senza avere la residenza nell’immobile?
Sì, è possibile intestare le forniture di luce e gas anche senza avere la residenza nell’immobile. In questo caso, l’utenza sarà classificata come non residente, con costi fissi più elevati rispetto a una utenza residenziale.
Se trasferisco la residenza, cambia la tariffa nella seconda casa?
Sì. Se l’utenza era intestata come residente, dovrai aggiornarla a non residente. Questo può modificare la quota fissa e gli oneri di sistema, quindi è importante comunicare il cambio al fornitore.
Posso avere la residenza altrove e mantenere il contatore come “residente”?
No. La classificazione “residente” si basa sulla residenza anagrafica effettiva. Cercare di ottenere tariffe da residente senza risiedere nell’immobile può comportare adeguamenti o contestazioni.
Cosa succede se la seconda casa resta disabitata a lungo?
Le utenze continuano a generare costi fissi, anche se non consumi energia. In questi casi conviene valutare sospensioni o riduzioni di potenza, oppure offerte dedicate ai non residenti.
È possibile sospendere temporaneamente la fornitura?
Sì, la fornitura può essere sospesa temporaneamente senza chiuderla definitivamente. Prima di attivare la sospensione, valuta i costi di riattivazione e le condizioni imposte dal fornitore.
Come verifico se la mia utenza è correttamente classificata come non residente?
Controlla la bolletta: deve indicare chiaramente “utenza non residente” o equivalente, con le voci corrette di quota fissa e oneri di sistema. Se ci sono discrepanze, contatta il fornitore per chiarimenti.
30 ott 2025 | 10 min di lettura | Pubblicato da Linda M.
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